Comprendere la città per proporre nuovi modelli insediativi

Per spazi a misura d’uomo

L’influenza esercitata dall’uomo sul pianeta è quanto mai evidente. Sebbene spesso ci si limiti a discutere dei soli gas serra, in particolare dell’anidride carbonica, ad un’attenta analisi possiamo identificare molteplici attività, che si ripercuotono in modo esponenziale e diffuso su tutto l’ecosistema, essendo strettamente interconnesse tra di loro e con l’ambiente naturale.

Le città contemporanee sono principalmente il risultato di una pianificazione di tipo “top-down”: ottenuta tramite l’attuazione di strumenti di pianificazione del territorio, ossia il PRGC – Piano Regolatore Generale Comunale, con cui le amministrazioni pubbliche individuano delle zone omogenee destinate alla stessa funzione, generando aree con funzione prevalente di tipo residenziale, produttiva, commerciale, turistica e così via. Esse sono estremamente rigide e statiche, difficili da riqualificare o da riconvertire in caso di necessità, e non riescono a stare al passo con le innovazioni tecnologiche e con le esigenze della società che, al pari di ogni organismo vivente, è un sistema in continua evoluzione, dinamico e non lineare, quindi estremamente complesso da prevedere e gestire. Inoltre, gli elevati tassi di natalità tipici dei paesi in via di sviluppo, come pure il poderoso afflusso di nuovi abitanti dalle campagne verso i centri urbani oppure i persistenti flussi migratori provenienti dai paesi in guerra o in carestia, hanno evidenziato ulteriormente l’inadeguatezza delle aree urbane. Infatti tali fenomeni hanno portato alla pianificazione di nuove aree periferiche, per lo più staccate e scarsamente integrate al “centro-città”, dove spesso proliferano la malavita e l’abusivismo. Altri insediamenti si sono sviluppati intorno ai distretti industriali, piuttosto che in concomitanza di altri centri urbani. La regione Marche, sede della nostra azienda, ne è un esempio lampante: costellazioni di centri storici ubicati in capo alle dolci colline marchigiane, contrapposti a piccoli paesi costruiti lungo le vallate e nei pressi dei distretti calzaturieri nella zona del fermano-maceratese o dell’arredo nell’urbinate. Tuttavia, riprendendo la similitudine con un organismo vivente, queste singole cellule non sono autonome, bensì interagiscono tra loro e sono parte di una fitta rete di scambi economici e sociali. Risulta pertanto evidente la necessità di coordinare il lavoro delle singole cellule, affinché l’intero organismo possa sostentarsi e non sviluppare dei tumori al suo interno. Il progresso tecnologico ci aiuta in questo: il web ci ha uniti su scala planetaria. Benché si pensi già alla colonizzazione di nuovi pianeti o satelliti, rimane il tema dell’inefficienza degli spazi urbani sull’amata Terra: un territorio frammentato dalla presenza di recinzioni e barriere architettoniche, caratterizzato dalla mancanza di adeguati servizi, di aree verdi e di vegetazione, favorendo il fenomeno dell’isola di calore, e così via.

Da qui deriva un nuovo approccio, frutto della visione di MODOM, e che ispira i nostri progettisti nella definizione degli spazi e nella pianificazione delle funzioni di tale sistema. L’elemento chiave che permette di interpretare e pianificare la complessità è la frattalità. È la natura che ci insegna a vivere e proprio a lei bisogna ricollegarsi. La frattalità è onnipresente in natura, ad esempio nella formazione dei cristalli di ghiaccio oppure nella struttura di un cavolfiore: la geometria dell’infiorescenza si ripete nella sua forma su scale diverse, ma sempre allo stesso modo. Ciò fa sì che ingrandendo o rimpicciolendo la scala di osservazione, si continua ad osservare la stessa struttura, le stesse funzioni, le stesse forme e connessioni. Come tanti piccoli blocchi modulari che si aggregano per ricreare lo stesso blocco su una scala più grande.

Questa è la logica dietro ai progetti MODOM, dalla singola casa alla pianificazione di nuovi sviluppi immobiliari. In questo modello di sviluppo non vi è più una segregazione tra rurale e urbano o una separazione tra uomo e natura, bensì aggregazione ed inclusione. Non vi è debolezza, poiché la ridondanza è la migliore garanzia di sopravvivenza contro “shock” esterni. Non vi è alcuna costrizione, poiché tali sistemi sono scalabili all’infinito, pur rimanendo efficienti e sostenibili.
Questa logica permette di pianificare piccoli sistemi urbani, caratterizzati da un nucleo centrale e collegati da percorsi trasversali che ne permettono l’interazione. Ogni nucleo offre i servizi necessari alla comunità, dalla gestione delle risorse energetiche alla viabilità, dalla rete internet alla scuola, sebbene al suo interno vengano svolte specifiche funzioni produttive legate al territorio. Man mano che l’insediamento urbano cresce, proliferano anche nuove cellule indipendenti, ed allo stesso tempo connesse all’organismo centrale. Solo in questo modo l’organismo può crescere in modo sano e armonioso, come una rete neurale collegata dalle sinapsi.

Team MODOM